Un manuale sui principali temi a rischio discriminazione e il linguaggio per parlarne: un minidizionario di 25 parole chiave a cui se ne legano quasi 350.
“Le parole possono essere muri o ponti. Possono creare distanza o aiutare la comprensione dei problemi. Le stesse parole usate in contesti diversi possono essere appropriate, confondere o addirittura offendere. (…) Quando si comunica occorre però precisione, bisogna avere consapevolezza del significato, del peso delle parole. Non è facile, perché il tempo è sempre poco, perché viviamo nella nostra cultura, perché il senso e la percezione delle parole si evolvono continuamente. Non è facile, ma è necessario…”.
La terza edizione del seminario di Redattore Sociale per i giornalisti a Roma coincide con la presentazione in anteprima del libro “Parlare civile”, manuale sui principali temi a rischio discriminazione e il linguaggio per parlarne. Un viaggio in 8 capitoli alla ricerca della comunicazione più precisa e accurata su Disabilità, Genere e orientamento sessuale, Immigrazione, Povertà ed emarginazione, Prostituzione e tratta, Religioni, Rom e Sinti, Salute mentale; un minidizionario di 25 parole chiave a cui se ne legano quasi 350.
“Parlare civile non è una nuova opera di denuncia della cattiva informazione, né uno strumento di censura o di intralcio al lavoro giornalistico e neppure un repertorio del politically correct”. E’ un libro di servizio che, senza ideologia e attraverso opinioni diverse, cerca di indicare una direzione responsabile alla comunicazione pubblica, giornalistica e politica, di chiarire i dubbi e contestualizzare l’uso di termini spesso abusati nelle cronache quotidiane. Un aiuto, insomma, per quella manutenzione delle parole che dovrebbe essere costante e “naturale” per ogni comunicatore.