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Nicola Marini nuovo presidente del Cnog

21 apr 2017

E' stata accolta con grande soddisfazione, dalla maggioranza degli Ordini regionali (tra cui quello delle Marche), l'elezione del collega Nicola Marini alla presidenza del Consiglio nazionale dell'Ordine, in sostituzione del dimissionario Enzo Iacopino.

 

"I presidenti di 16 Ordini - si legge in una nota congiunta di quelli di Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino Alto Adige, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto - salutano con soddisfazione l'elezione di un nuovo presidente del Consiglio nazionale.  A Nicola Marini   è stato affidato il compito di guidare l'Ordine  in una delicata fase di transizione, in attesa che il Governo approvi un provvedimento che, a 54 anni di distanza dalla legge istitutiva, assicuri un primo, significativo cambiamento dell'assetto dell'Ente".

"Nicola Marini- continua il documento - saprà certamente garantire una guida equilibrata e sicura all'Ordine, in attesa che possano finalmente essere indette le elezioni necessarie per dare una nuova rappresentanza a una professione che cambia e che si deve confrontare con un sistema dell'informazione in rapida e tumultuosa trasformazione. In questa fase di passaggio, Marini saprà  rinsaldare un legame forte con gli altri istituti di categoria e assicurare un rapporto di stretta collaborazione con gli Ordini regionali".

Ha dichiarato Marini:

Come intende gestire questa fase così particolare per l’Ordine?

Ho accettato di ricoprire questo ruolo – dopo le improvvise dimissioni di Iacopino – nella consapevolezza che siamo di fronte a una fase molto delicata per questa istituzione. Siamo in attesa che il Governo emani il decreto attuativo della riforma, per effettuare le elezioni del Consiglio. L’atto è atteso per il 15 maggio e le votazioni dovrebbero essere il 30 giugno. Le elezioni andrebbero, però, convocate il 20 maggio, ma sarà difficile farlo se il decreto sarà emanato soli 5 giorni prima. Per evitare che si vada a votare a luglio, sarebbe opportuna un’altra piccola proroga dei poteri dell’attuale Consiglio nazionale.

Si ricandiderà alle prossime elezioni?

Sicuramente non come presidente. Sono da tanti anni consigliere dell’Ordine e ho anche ricoperto la carica di tesoriere. Mi piacerebbe continuare a far parte di questo ente, senza però essere al vertice.

Quali sono i problemi che affronta oggi la categoria dei giornalisti?

Il problema principale del nostro settore è la crisi: degli oltre 100.000 iscritti all’Ordine solo il 20-25% ha un contratto a tempo indeterminato. Il nostro è un albo con molti precari e disoccupati. Anche i pochi che hanno unlavoro stabile non possono essere più considerati “garantiti”, perché le garanzie di un tempo non possono essere offerte più neanche dalle grandi testate. Se non cambieranno le cose questa crisi si aggraverà, soprattutto a discapito della carta stampata.

Quale può essere, allora, la soluzione?

Intanto sarebbe necessario che la nuova legge per l’editoria sia approvata presto e che siano erogati finanziamenti alle realtà in crisi.

Quali sono le prospettive dei giovani che escono dalle scuole di giornalismo?

Il loro vantaggio è sicuramente quello di essere molto più preparati dei colleghi, anche più anziani, che non hanno frequentato la scuola. Data la situazione, però, corrono anche loro il rischio di non ottenere subito un contratto di lavoro a tempo indeterminato. È, però, importante sottolineare che ancora oggi c’è un grande bisogno di professionisti, soprattutto in un mondo in cui, attraverso internet, chiunque può fare informazione.